Carita’ come forma e radice della identita’ cristiana

Due anni fa, in occasione di un incontro con Don Leonardo Guerri, parroco di Santa Maria a Coverciano, ci soffermammo a parlare sul concetto di carità. Il senso del nostro cammino è dare esempio di luce per ‘Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia’.

Chi ha un ruolo in una parrocchia di conseguenza ha una responsabilità in ordine alla carità. “Tutti siamo responsabili di tutti” ci ricordava Giovanni Paolo II nella Sollicitudo rei socialis.

Il Concilio Vaticano II ha voluto la ‘restaurazione del diaconato’ anzitutto come ‘grado’ della pienezza’ del ministero ordinato, oltre che come strumento importante per ‘accompagnare’ i presbiteri nel ministero della carità.

Grande valore hanno avuto e hanno i consacrati, per la forma di totale dedizione e condivisione.

Altrettanto l’importanza che hanno i laici, anche per una carità che non si ferma alle risposte, ma cerca le cause e trasforma le ‘strutture’ culturali, economiche e sociali, oltre che politiche (cfr. G.S.43).

La testimonianza della carità – che si traduce in progetti, percorsi, presenze, condivisione dei beni, colletta, vocazioni, legami, gesti di perdono… – diventa il ‘di più’ della Chiesa oggi per costruire nella logica della fraternità un mondo come ‘la casa comune’, come la nostra parrocchia, come scriveva il grande teologo Congar in quel prezioso libro “la mia parrocchia è il mondo”.

La grande intuizione della ‘Deus caritas est’ di Benedetto XVI, riprendendo la profezia di grandi teologi e mistici quali Von Balthasar, Guardini, Carretto e Barsotti, credo sia proprio qui: ciò che conta è amare: solo l’amore è credibile.

Rileggendo il documento della CEI degli anni ’90 ‘Evangelizzazione e testimonianza della
carità’ (ETC) e l’enciclica Deus caritas est (DCE) , possiamo identificare alcune dimensioni
essenziali della carità.

Nella la carità deve ‘risplendere’, non deve essere nascosta (ETC.21).

Deve anche essere ‘trasparente’, cioè non fine a se stessa, strumento di gloria e di potenza, bensì luogo di manifestazione di un amore più grande, dell’amore di (= evangelizzazione)

Deve essere ‘gratuita’, svincolata da ogni interesse e proselitismo(DCE. 31).

Deve essere immediata (DCE. 31).

Deve coinvolgere tutta la personalità (=vocazione) ed estendersi, attraverso il popolo di Dio, ad ogni luogo e aspetto del vivere sociale, alla ricerca della giustizia e del bene .

Il pensiero cristiano sulla carità è stato da sempre segnato da due grandi principi neotestamentari: a) il duplice comandarne dell’amore proclamato da Cristo (Mc 12, 28-34; Mt 22, 34-40; L25-27), e generalmente ritenuto come l’espressione più caratteristica del suo insegnamento morale.

“Dio è amore” (1Gv4) “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni’ altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli […]. Queste parole di Gesù sono il comandamento dell’amore. Chiunque non fa’ ciò che Lui ha detto, ma si cercano strade secondarie, per bearsi della propria verità, è sulla strada giusta per l’Inferno.

Lectio Divina del 13 Settembre 2023 – SMC – Firenze
Il testo è scritto da un Cavaliere di Grazia dell’Ordine di Malta OSJ

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