I pensieri e le vie degli uomini non sono quelli di DIO (1)

La Lectio Divina di questo Mercoledì 20 Settembre porta con sé varie riflessioni in cui Don Leonardo ha dato varie tracce interpretative lasciando ad ogni presente nel riflettere alcuni punti specifici.

Partiamo dal fatto che la “vigna” rappresenta la comunità israelitica. I momenti in cui il padrone di casa esce sono: l’alba, le 9, le 12, le 15 e circa le 17 e infine “venuta la sera”, cioè al tramonto. Se si eccettuano le 17 (l’ora undicesima), tutti gli altri orari sono corrispondenti ai turni di preghiera nel e, l’insieme del tempo lavorativo, dall’alba (ore 6) al tramonto (ore 18) costituiscono le 12 ore lavorative necessarie per l’attività agricola.

Gli assunti a lavorare nella vigna sono “disoccupati”, letteralmente in greco argoi (da ergon che vuol dire “opera” + alfa privativa), cioè “senza opere”, “inoperosi”.

I due elementi degli orari e della inoperosità sono intrinsecamente legati alla Parola (Torah) con la quale si pregava per turnazione nel Tempio.

L’occupazione ha una retribuzione. Quindi ha fiducia nell’uomo, mette volentieri a disposizione il suo Regno, ma la sua fiducia comporta reciprocità, impegno nella custodia e nella maturazione dei frutti ed è così per ogni scelta di vita, dal al sacerdozio, dalla professione alla gestione dei beni, dalle relazioni al privato.

Nel contempo il pensare umano non comprende appieno il perché DIO agisce in modo illogico, tant’è che lui stesso dice appunto che i suoi pensieri e le sue vie non sono le nostre.

Quindi, siccome DIO conosce il futuro, Egli sa pertanto che qualunque pensiero o azione abbiamo in mente e qualsiasi essa possa sembrare indiscutibile, utile e indispensabile, probabilmente potrà essere stravolta in modo a noi illogico.

I metodi di Dio lasciano disorientati perché non è limitato e circoscritto all’egoismo ed egocentrismo umano, ma va ben oltre nell’incommensurabile infinito di ciò che non si può neanche immaginare perché appunto conosce il futuro.

I processi che Dio usa, l’interazione tra la libertà umana e la sovranità e le conclusioni finali vanno ben oltre ciò che la mente umana, nella sua limitatezza, può comprendere.

La Bibbia e le testimonianze dei nel corso dei secoli sono piene di storie vere, che raccontano di come Dio ha capovolto una situazione dopo l’altra, un problema dopo l’altro, una vita dopo l’altra, e spesso lo fa nel modo più inaspettato, sorprendente e inspiegabile.

Ad esempio Dio disse a Giosuè e ai figli d’Israele di marciare intorno alla città di Gerico per una settimana (Giosuè 6:1-4)? Ed inoltre a che cosa è servito che Paolo e Sila venissero arrestati e picchiati senza motivo (Atti 16:22-24)? Perché Dio avrebbe portato gli israeliti a sterminare un intero gruppo di persone, incluse le donne e i bambini?

Per le nostre menti, il modo in cui Dio tesse eventi straordinari nelle nostre vite e attraverso di esse può sembrare illogico è sicuramente al di là della nostra comprensione.

Quindi “camminiamo […] per fede, e non per visione” (2Corinzi 5:7) ?

I cristiani sanno che i pensieri di Dio sono al di sopra di quelli umani e che le vie di Dio sono più alte di quelle degli uomini, “come i cieli sono più alti della terra” (Isaia 55:8-9).

Dobbiamo essere disposti a credere in Dio ed avere fede in Lui persino quando non capiamo le Sue vie ?

Portiamo uno altro esempio. Dio conosceva le conseguenze che si sarebbero presentate, se Israele non avesse completamente sradicato gli amalechiti. Saul sostenne di aver ucciso tutti eccetto il re amalechita Agag (1 Samuele 15:20).

Ovviamente, Saul stava mentendo: appena un paio di secoli dopo, c’era un numero sufficiente di amalechiti per catturare David e le famiglie dei suoi uomini (1 Samuele 30:1-2).

Dopo che David e i suoi uomini attaccarono gli amalechiti e salvarono le loro famiglie, 400 amalechiti fuggirono. Se Saul avesse obbedito all’incarico di Dio, questo non sarebbe mai accaduto.

Diverse centinaia di anni dopo, un discendente di Agag, Haman, provò a sterminare l’intero popolo ebraico (si faccia riferimento al libro di Ester). Di conseguenza, l’obbedienza parziale di Saul per poco non causò la distruzione di Israele.

Dio sapeva che ciò sarebbe accaduto e, in previsione di ciò, ordinò lo sterminio degli amalechiti.

Quando Egli comanda cosa dobbiamo fare, se riusciamo a capirne la potenza futuristica di quell’azione, riusciamo a capire che soltanto con la fede è possibile comprendere le Sue vie?

Bisogna ricordare che Dio guarda alle cose da una prospettiva eterna e che le Sue vie sono più alte delle nostre. Dio è giusto, retto, santo, amorevole, misericordioso e pieno di grazia.

La Vergine Maria ricevette il dono più eccelso, Gesù nostro Signore, ma quando il Padre glielo chiese, Ella lo offrì in sacrificio, ben consapevole di non essere padrona del Figlio di Dio, ma la sua umile ancella.

Dio mette alla prova ogni essere umano e quando si comporta in modo negativo, a danno del prossimo, chi riceve l’azione negativa, se comprende l’accaduto, matura interiormente e spiritualmente.

Il modo in cui DIO opera è certamente per noi un mistero, ma ciò non preclude di essere Chi la Bibbia proclama che sia. Dio è vicino a chiunque lo invoca con cuore sincero ed in questo la parabole della vigna ha un intrinseco significato, non solo simbolico ma soprattutto spirituale.

La parabola è un invito a godere della gioia divina sin da quando si apre la porta a DIO, anche se avviene all’“ultimo”. Leggasi i peccatori penitenti che si confessano in fin di vita.

Il padrone della vigna non si può paragonare limitativamente ad una madre od un padre che ama i suoi figli in egual misura, perché è una visione prettamente umana. La vigna curata e rigogliosa è l’immagine di un popolo che cammina nella luce della Parola del suo Dio e lo manifesta nel suo comportamento. Chiunque associa figure identificative umane è ben evidente il suo modo di pensare piuttosto infantile ed immaturo.

Mentre un fratello, durante la medesima lectio divina, ha ben centrato il fatto che la vigna/popolo sono i tralci che si estendono fino al mare e che con la sua ombra “copre le montagne” in cui si evince indica le dodici tribù di Israele, che hanno preso possesso nella terra della promessa dal fiume Giordano (a est) al mare Mediterraneo (a ovest), dalle montagne dell’Hermon (al nord) alle montagne di Giuda (al sud).

“Questa Parola invita ad un serio e sincero esame di coscienza sul nostro operato quali custodi del creato e della vita, sulla nostra responsabilità nel rispetto della natura e del capitale umano a disposizione in tutti i suoi aspetti di natura fisica, affettiva, intellettuale, relazionale, ecclesiale, spirituale…Siamo ospiti su questa terra, non abbiamo diritto ad abusarla o sfruttarla a vantaggio personale. Non siamo padroni, siamo coltivatori”. (Diocesi di Mantova).

Continua a leggere la seconda parte.

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