Il salario minimo, nel diritto del lavoro
Un primo argomento sostiene che in un libero mercato qualsiasi limitazione introdotta da soggetti esterni (una legge dello Stato) da lato della domanda e/o dell’offerta sia ai prezzi che alle quantità (quote) di vendita e produzione, porta a un’area di mancato incontro tra domanda e offerta, quindi un equilibrio peggiore del mercato libero.
L’introduzione di un salario minimo limita il funzionamento del mercato del
Il ragionamento di un mercato libero ed efficiente vale in ipotesi non realistiche né verosimili di razionalità perfetta, perfetta simmetria informativa, non-sazietà delle preferenze.
L’assenza di un salario minimo e paghe troppo basse, scoraggiano i lavoratori a partecipare alla forza
Un’altra corrente sostiene che l’offerta di lavoro resterebbe comunque positivamente elastica rispetto a un aumento medio dei prezzi per ora lavorata, se:
il salario minimo orario è fissato ad un livello inferiore al costo e alla redditività medie dell’ora lavorata per le imprese;
i costi variabili non evitabili e i costi fissi di mancato utilizzo di risorse e impianti sono elevati.
In
Per essere sostenibile da Stato e imprese, il salario minimo legale (reale, corretto del potere di acquisto del Paese) dovrebbe essere proporzionato alla produttività del lavoro (misurata in PIL /ora lavorata pro-capite). L’Italia ha un PIL/ora di 50,1 dollari, simile ad Australia (53,30 dollari pp/h), Spagna (50,60) e Canada (49,10), che in euro si traduce con un livello di salario minimo fra i 6 e i 7 euro l’ora.
Il salario minimo si mostra chiaramente come un fattore di redistribuzione dei guadagni di produttività, legati al fattore lavoro o agli investimenti di capitale in una migliore progettazione di