I Giornali cattolici delle diocesi italiane

I giornali delle diocesi italiane si inseriscono nella tradizione della stampa cattolica. Quest’ultima era nata in Francia, durante la Rivoluzione francese, per difendere la Chiesa cattolica. In Italia si diffuse un modello simile negli anni attorno al 1848, in corrispondenza con i cambiamenti politici e sociali del periodo.

I giornali cattolici si diffusero ulteriormente quando l’Enciclica “Inter multiplices”, promulgata da Papa Pio IX nel 1853, ne incoraggiò la nascita.

Il loro ruolo divenne ancora più importante durante la Questione romana che, a partire dal 1870, pose il Papa, recluso nei palazzi del Vaticano, in diretto conflitto con lo Stato italiano.

Un ramo importante della stampa cattolica e che tutt’oggi per i cattolici è di fondamentale importanza è quello che si è venuto a creare dopo il 15 maggio 1891, a seguito dell’Enciclica Rerum Novarum («Delle cose nuove») di Leone XIII, dove il Papa prese posizione sulle questioni sociali del tempo. La stampa cattolica si estese in moltissime diocesi, facendo sì che non solo le grandi testate cattoliche portassero avanti il pensiero della , ma anche giornali locali. Inizialmente, i giornali diocesani avevano solo l’obiettivo di informare ogni diocesi delle notizie locali e dei vari avvenimenti.

Il 3 maggio 1959 nacque l’UCSI, ovvero l’Unione Cattolica Stampa Italiana. Uno dei principi fondamentali dell’associazione è quello di valorizzare il contributo dei laici cattolici impegnati nella comunicazione, «per accrescere nell’opinione pubblica la stima per il giornalismo, quale strumento di verità, giustizia e fraternità.

Il Concilio Vaticano II diede un’altra spinta alla diffusione dei giornali diocesani, in quanto i vescovi si resero conto dell’importanza della stampa, per comunicare al popolo dei fedeli notizie sia diocesane sia nazionali, come si evince da un passo del decreto Inter Mirifica sugli strumenti di comunicazione sociale:

«È anzitutto necessario che gli interessati si formino una retta coscienza circa l’uso proprio di questi strumenti, soprattutto a proposito di alcune questioni oggi particolarmente controverse. La prima di queste riguarda l’informazione, cioè la ricerca e la diffusione delle notizie.

Non c’è dubbio che l’informazione, dato il progresso raggiunto dalla società moderna, ed attese le sempre più strette relazioni d’interdipendenza tra i suoi membri, è diventata utilissima ed anzi, per lo più, una necessità.

[…] Tuttavia il retto esercizio di questo diritto esige che la comunicazione sia sempre verace quanto al contenuto e, salve la giustizia e la carità, completa; inoltre, per quanto riguarda il modo, sia onesta e conveniente, cioè rispetti rigorosamente le leggi morali, i diritti e la dignità dell’uomo, sia nella ricerca delle notizie sia nella loro diffusione.»

(Inter Mirifica sugli strumenti di comunicazione sociale n°5, Concilio Vaticano II, 4 dicembre 1963)

Il 26 novembre 1966 nacque la FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), con l’intento di raccogliere l’eredità culturale, sociale ed ecclesiale delle varie testate fondate in precedenza.

Al suo interno sono presenti tutte le testate giornalistiche cattoliche dei settimanali d’Italia e la maggior parte di essi sono giornali diocesani in edizione cartacea, ai quali si sono uniti i giornali online sia quotidiani che a cadenza settimanale.

La nascita della FISC fu una scelta voluta per far sì che i settimanali diocesani potessero essere in sintonia tra loro e che ci fosse stretta collaborazione non solo all’interno della propria diocesi ma con l’intera Chiesa italiana e di conseguenza con la CEI (Conferenza Episcopale Italiana).

Il compito dei giornali diocesani italiani (come del resto quello dell’intera stampa cattolica) è quello di esprimere il pensiero della Chiesa Cattolica su questioni morali ed etiche del mondo contemporaneo ed in particolar modo quelle che riguardano lo Stato italiano.

Rispetto a un giornale , quello diocesano mette in evidenza gli avvenimenti, le manifestazioni e le questioni riguardanti la diocesi stessa affrontando, però, anche temi a carattere nazionale e mondiale. Il giornale diocesano, inoltre, in determinate occasioni diventa la voce ufficiale del vescovo ordinario della diocesi.

Secondo uno dei teorici del ruolo della stampa cattolica, Georges Hourdin, i compiti primi e inderogabili di qualsiasi giornale sono quello di sapere e quello di comunicare.

I giornali diocesani, che sono vicini alle realtà cittadine, hanno però un terzo compito, comune al resto della stampa cattolica: l’evangelizzazione. Per portare a termine questo compito.

«là dove il prete non può arrivare deve giungere, per quanto la sua natura glielo consenta, la stampa cattolica.»

(Georges Hourdin)

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