Non basta saper scrivere per comunicare

Non tutti sanno quanto ci sia dietro un articolo. Dal carico emotivo alla conoscenza dell’argomento, la correzione, la scelta di parole, la verifica delle informazioni, la fruibilità dei contenuti, l’obiettivo, il tempo, nonché gli aspetti economici.

Inoltre, è complicato scrivere un articolo evitando parole che potrebbero suscitare perplessità, dubbi e faziosità.

Alcuni critici sono tra i primi a cercare un pretesto per screditare un articolo leggendo soltanto le prime righe senza finire la lettura.

Anche se certe critiche hanno una loro valenza, tanti si dimenticano che scrivere un articolo è un dono, non un dogma, un’apologia teocratica o una verità rivelata.

Bisogna tener conto anche all’educazione della persona, fattore che spesso nutre l’ignoranza.

L’ignoranza è anche la causa prima dell’intolleranza. Non conoscere la verità, ha fatto brancolare molti nel buio sotto il profilo intellettuale, morale e spirituale.

L’ignoranza attrae gli ignoranti. Essi o ci sono o ci fanno comunque non è un problema intellettivo, ma di scarsa umanità e stupidità; questo stato di torpore è caratterizzato da imbecillità e castronaggine. In alcuni casi, la parola ebraica tradotta “stupidi” sottintende persone insensibili alla verità morale (Proverbi 13:19).

Coloro che, apparentemente, fanno gli stupidi possono comportarsi anche da vittimisti, vivendo in una persistente e involontaria sfiducia verso le possibilità positive della vita e della comunicazione. A tal proposito bisognerebbe essere capaci di un minimo di autocritica, cosa che purtroppo non c’è, o al massimo è simulata.

Quali strategie adottare? Una è quella di non avere la pretesa che tutti siano intelligenti come noi crediamo. Spesso l’ambiente familiare e l’educazione ricevuta incidono molto sulla crescita intelligente di una persona. Non tutti sono fortunati dalle opportunità della vita.

La conoscenza e l’autorevolezza, su un determinato argomento, possono far tacere uno stupido. Inutile dibattere su argomenti controversi che possono irritare. E’ saggio non cadere nella malsana tentazione di dimostrare a tutti i costi di avere ragione. Essere gentili, cortesi ed educati serve a combattere le volgarità e la cattiva educazione.

Peraltro chi fa finta di essere ignorante sembra richiedere l’attenzione totale degli altri, fino al punto che agli altri, ai quali viene mostrata la sua ignoranza, non viene riconosciuta alcuna esigenza e libertà personale, neppure relativa a problemi talmente evidenti, che vengono comunque considerate secondarie.

In genere il finto ignorante, quello che scarseggia nel finto comunicare, tende a confortare le conoscenza altrui superficializzandole.

Basta un niente affinché gli altri possano essere accusati di disinteresse, incomprensione e tradimento della relazione comunicativa.

In tal senso l’ignorante (Colui che fa finta di ignorare) crede di essere sempre e comunque la vittima innocente di potenziali carnefici. Da tale conflitto reagisce in modo da esplodere in esaltazioni drammatiche come sull’offesa subita, nonché della sua impotenza, del suo dolore, al fine di colpevolizzare non solo il colpevole o presunto tale, ma gli altri in generale, e, in modo assurdo, persino coloro che cercano di offrire il loro aiuto nella comunicazione.

Si deve stare attenti a non fare confusione tra ignoranza ed errore. Sono due cose diverse.

L’ignoranza è mancanza di conoscenza, l’errore è falsa conoscenza.

L’ignoranza è un’omissione, l’errore è un’azione.

Nell’ignoranza non ci sono fatti, nell’errore sì.

L’errore è peggiore dell’ignoranza. E’ pur vero che l’ignoranza porta quasi sempre all’errore.

L’ignoranza è inevitabile, conoscere tutto è impossibile.

L’uomo non finirà mai di imparare. (Eccl 3:11) Ignorabimus!

Albedo Imagination – Inattivo/Comunicativo

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