Siria accusa Stati Uniti di saccheggio risorse

TOPSHOT - Syrian civilians and rescuers gather at site of government forces air strikes in the rebel held neighbourhood of Al-Shaar in Aleppo on September 27, 2016. Syria's army took control of a rebel-held district in central Aleppo, after days of heavy air strikes that have killed dozens and sparked allegations of war crimes. / AFP / KARAM AL-MASRI (Photo credit should read KARAM AL-MASRI/AFP/Getty Images)

La ha chiesto la fine delle pratiche aggressive e delle violazioni dei principi internazionali e della Carta delle Nazioni Unite da parte delle forze di occupazione statunitensi, che sono illegalmente di stanza nella parte nordorientale del paese e nella regione strategica sudorientale di al-Tanf.

Il ministero degli Esteri siriano ha stimato in 115,2 miliardi di dollari i danni inflitti ai settori petrolifero e minerario della Siria a causa di “atti di aggressione e sabotaggio” da parte delle forze statunitensi e dei loro alleati terroristici.

Secondo il ministero, ogni giorno vengono contrabbandati fuori dal paese 150.000 barili di greggio siriano, con ulteriori 59,9 milioni di metri cubi di gas naturale e 413mila tonnellate di gas raffinato, per un valore di 21,4 miliardi di dollari, rubati.

Inoltre, gli atti vandalici e il furto di attrezzature specializzate hanno provocato danni per 3,2 miliardi di dollari. La coalizione militare guidata dagli Stati Uniti, apparentemente formata per combattere il gruppo terroristico Daesh Takfiri, ha anche causato perdite per 2,9 miliardi di dollari agli impianti di petrolio e gas della Siria, come evidenziato nelle lettere.

Le perdite indirette per l’economia siriana ammontano a 87,7 miliardi di dollari, compresi i benefici persi dal petrolio greggio, dal gas naturale e dal gas raffinato a causa di una significativa riduzione della loro produzione.

Il Ministero degli Esteri siriano ha anche chiesto la fine della presenza illegale delle forze di occupazione statunitensi e la restituzione delle riserve energetiche e delle risorse naturali della Siria al governo di Damasco, consentendogli di migliorare le condizioni umanitarie e di vita del popolo siriano.

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