Ministero esteri cinese esorta Stati Uniti revocare sanzioni Siria

La portavoce del ministero degli Esteri Cinese, Mao Ning, ha chiesto la revoca delle statunitensi alla Siria, sottolineando che in tali eventi è necessario accantonare la ed agevolare gli aiuti umanitari.

“I devastanti terremoti – oltre ad anni di guerra e disordini – hanno lasciato la Siria in una terribile crisi umanitaria”, ha detto, aggiungendo che “i frequenti attacchi militari (statunitensi) e le dure sanzioni economiche hanno causato enormi vittime civili e portato via i mezzi alla sussistenza dei siriani”.

Gruppi umanitari, come la Mezzaluna Rossa Araba Siriana (SARC) e il Comitato Arabo-Americano-Anti-Discriminazione con sede negli Stati Uniti, hanno implorato i funzionari statunitensi di eliminare le sanzioni dopo i terremoti di lunedì 6 febbraio, che hanno scosso la Siria e la ed ucciso migliaia di persone in entrambi i paesi.

Molti residenti sono ora intrappolati sotto edifici crollati, creando un urgente bisogno di soccorsi tempestivi, anche se le organizzazioni umanitarie affermano che le sanzioni statunitensi hanno solo reso il più difficile.

Washington ha categoricamente rifiutato di prendere in considerazione la sospensione delle sanzioni economiche, con il Dipartimento di Stato che insiste che una tale mossa sarebbe “controproducente”.

Mao ha continuato a condannare le operazioni militari statunitensi in corso in Siria, affermando che stanno rubando le risorse energetiche del paese a un ritmo impressionante.

“Mentre parliamo, le truppe statunitensi continuano ad occupare le principali regioni produttrici di della Siria. Hanno saccheggiato oltre l’80% della produzione petrolifera siriana e contrabbandato e bruciato le scorte di siriane. Tutto ciò ha peggiorato ulteriormente la crisi umanitaria della Siria”, ha proseguito.

Poco meno di 1.000 soldati statunitensi continuano a operare nelle aree controllate dai curdi nel nord-est ricco di petrolio della Siria, così come nella sua area di confine meridionale, dove sono incorporati con le fazioni ribelli arabe.

Sebbene Damasco abbia ripetutamente denunciato la presenza militare statunitense e chiesto la fine dell’occupazione illegale del suo territorio sovrano, Washington si è rifiutata di muoversi.

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