Italia, il settore del ciclismo dopo la quarantena ed in emergenza Covid-Sars2

Questo post parte da una risposta di un collega che svolge attività di ufficio stampa per aziende ben note nel settore del , il quale ha stimolato il nostro particolare interesse sul fatto che il comparto ciclismo “è rinato con grande soddisfazione”.

L’affermazione del collega ovviamente rende felici tutti coloro che operano nel settore, ma è davvero ‘rinato’ ed è così fiorente quel settore ?

Nel 2020 abbiamo avuto tre mesi di quarantena e siamo tutt’ora in emergenza sanitaria, pertanto la domanda sorge spontanea, ovvero da dove escono i dati del positivo impatto economico dichiarato dal collega, nel settore del ciclismo?

Prendiamo una fonte autorevole qual’é appunto Confindustria, la quale ha avviato un’indagine tramite un questionario online per ascoltare le imprese italiane (associate e non).

L’elevato grado di preoccupazione ha fatto sì che la partecipazione all’indagine sia stata molto elevata: alla chiusura del questionario hanno risposto oltre 6.000 imprese.

Il emergenziale delle imprese italiane è su scala territoriale e settoriale.

Il primo risultato dell’indagine è la conferma che la diffusione del Covid-19, in Italia, ha ha dato un 67% dei rispondenti che ha registrato impatti negativi sulla propria attività. La percezione è stata più alta della in Lombardia e Veneto, dove si è attestata intorno al 71%.

L’impatto è risultato pervasivo per le attività di manifattura ove, il 62% delle imprese intervistate, ravvisa degli effetti negativi.

La diffusione del Covid-19 in Italia ad oggi sta causando soprattutto danni relativi al fatturato delle aziende, come indicato dal 29% dei rispondenti; più esiguo invece (6%), il numero dei rispondenti che ha subito disagi nelle catene di subfornitura, anche se va detto che quasi il 22% ha sperimentato problemi di entrambi i tipi.

Per quanto riguarda l’entità del danno relativa al fatturato, il 19% delle imprese ravvede i danni siano stati significativi perché implicheranno la riorganizzazione del piano aziendale.

C’è circa un 12% delle imprese che già teme di non poter raggiungere gli obiettivi per l’anno in corso, se non addirittura di dover ricorrere a ridimensionamenti della struttura aziendale. Data l’elevata incertezza molte imprese non si sentono ancora di poter rispondere.

Il 5% dei rispondenti dichiara di aver dovuto già ricorrere all’uso della cassa integrazione ordinaria a seguito della diffusione del Covid-19.

Dall’indagine condotta è emerso anche che il 26% dei rispondenti ha subito danni per mancata partecipazione/cancellazione di fiere ed eventi promozionali.

Quanto sopra è una autorevole fonte, pertanto prendendo spunto dal fatto che solo il 3% degli italiani usa abitualmente la bicicletta, il collega da dove ha ricavato la certezza della rinascita nel comparto ciclismo?

Per curiosità siamo andati a intervistare alcuni esercenti del settore, sia Italia sia estero, riscontrando che il settore è si in ripresa, ma c’è molta cautela.

Ad esempio fra gli oggetti di uso che i ciclisti possiedono, il GPS è quello che sta avendo un buon successo, ma fra le marche più acquistate non c’è più la solita che tutti più o meno conosciamo, anche perché i prodotti emessi, come si evince dai forum e gruppi, hanno problemi che vengono poi risolti dai clienti.

Passando all’abbigliamento troviamo numerose marche, soprattutto straniere, le quali hanno ripreso una buona vendita, mentre in Italia salvo casi sporadici, non c’è molta soddisfazione. I tessuti utilizzati sono i medesimi, anche se cambiano le identificazioni.

Tra i caschi, invece, mediante promozioni ben specifiche, c’è stata una impennata; meno invece l’acquisto dei caschi super costosi che, alla fine, sono più dei balocchi. I ciclisti guardano alla sicurezza e spendono per l’oggetto in questione, ma non interessa gli aggeggi inseriti in essi che fanno elevare il prezzo inutilmente.

D’altronde, quando si deve valutare l’impatto economico di un settore, è necessario evitare nel fare l’errore di considerare esclusivamente, ad esempio, il guadagno delle aziende derivante dal numero di biciclette vendute.

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