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Il CEO di Google Sundar Pichai ha annunciato un nuovo straordinario strumento: un sistema di intelligenza artificiale chiamato LaMDA in grado di chattare con gli utenti su qualsiasi argomento.
Google prevede di integrare LaMDA nel suo portale di ricerca principale, nel suo assistente vocale e in Workplace, la sua raccolta di software di lavoro basato su cloud che include Gmail, Documenti e Drive.
L’obiettivo finale, ha affermato Pichai, è creare un’interfaccia di conversazione che consenta alle persone di recuperare qualsiasi tipo di informazione (testo, immagini, audio) su tutti i prodotti Google semplicemente chiedendo.
Il lancio di LaMDA segnala un altro modo in cui le tecnologie linguistiche stanno diventando invischiate nella nostra vita quotidiana. Ma la presentazione appariscente di Google ha smentito il dibattito etico che ora circonda tali sistemi all’avanguardia. LaMDA è ciò che è noto come LLM (Large Language Model), un algoritmo di apprendimento profondo addestrato su enormi quantità di dati di testo.
Non è solo Google a implementare questa tecnologia. I modelli linguistici di più alto profilo finora sono stati GPT-2 e GPT-3 di OpenAI, che producono passaggi di testo straordinariamente convincenti e possono anche essere riutilizzati per completare composizioni musicali e codice di computer.
Microsoft ora concede in licenza esclusivamente GPT-3 per incorporarlo in prodotti non ancora annunciati. Facebook ha sviluppato i propri LLM per la traduzione e la moderazione dei contenuti.
Le startup stanno creando dozzine di prodotti e servizi basati sui modelli dei giganti della tecnologia.
Ben presto, tutte le nostre interazioni digitali, quando inviamo email, cerchiamo o pubblichiamo sui social media, saranno filtrate tramite LLM.

[Tecnologia / Informatica / Domotica]