Nei vini spumanti naturali l’anidride carbonica (CO2) si forma per rifermentazione del potendo utilizzare due differenti metodi:

il metodo classico o metodo champenoise o metodo tradizionale o metodo della rifermentazione in bottiglia;

il metodo Martinotti o metodo Charmat, conosciuto anche con il nome del processo produttivo “metodo della rifermentazione in autoclave” detto anche metodo Italiano.

Per la produzione degli spumanti metodo classico si usano i vitigni neutri (cioè né tendenti al colore bianco né al colore rosso, o più semplicemente “rosati”); sia a bacca bianca che a bacca nera.

I principali sono gli internazionali soprattutto lo Chardonnay, il Pinot nero e il Pinot bianco, oltre al Pinot Meunier, il Pinot grigio e il Riesling.

In Italia, altri vitigni nazionali che danno ottimi risultati in Italia sono il verdicchio nelle Marche, il torbato in Sardegna, l’inzolia in Sicilia.

Nel resto del mondo si produce spumante metodo classico utilizzando un gran numero di varietà locali o le altre internazionali.

Nel metodo Martinotti si preferiscono uve aromatiche (moscato bianco, malvasia e brachetto sono le principali); oppure si possono usare altri vitigni con profumi più sfumati come il moscato giallo, la glera (da cui si ottiene il Prosecco) e l’aleatico nero (uve semi aromatiche).

I tre principali vitigni in Italia per produrre spumante Martinotti sono: glera (Veneto e Friuli-Venezia Giulia, lambrusco (Emilia-Romagna e moscato Bianco (tutta Italia).

Ancor più che del metodo classico, con la spumantizzazione charmat si può elaborare un vino base ottenuto da qualsiasi varietà.

Un’elevata escursione termica tra giorno e notte, una buona esposizione luminosa, terreni ben drenati e calcarei sono condizioni ottimali per ottenere uve adatte alla spumantizzazione, con buona acidità ed ottimi profumi; terra di vocazione alla spumantizzazione italiana è l’Oltrepò Pavese oltre alla Franciacorta e al Trentino, ma anche a Sud, nella terra del San Severo DOC vengono prodotti spumanti da uve autoctone Bombino bianco con caratteristiche particolari.

Ad ogni modo la stragrande maggioranza della produzione di spumante (sia in Italia che nel mondo) è realizzata con il metodo Martinotti, utilizzando le più svariate uve, bianche e nere. Anche se la quota è minoritaria, esiste anche spumante rosso (basti pensare al caso italiano del lambrusco).

Vini spumanti gassificati
Oltre allo spumante “naturale” (ovvero quello definito sopra), esiste anche lo spumante “gassificato”. Negli spumanti gassificati (detti anche “artificiali”) l’anidride carbonica (CO2) viene addizionata a basse temperature. Questi prodotti, per la scarsa finezza dei profumi ed il perlage grossolano, sono di qualità mediocre e, solo legalmente, considerabili spumanti. Ovviamente, hanno prezzi molto minori rispetto agli spumanti naturali.

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