Ex Campionessa di Ciclismo femminile ricorre alla Corte Suprema contro Transgender

Un’ex campionessa di femminile ha abbandonato lo sport dopo aver perso contro un ciclista transgender a New York, rivolgendosi alla Corte Suprema per dirimere la questione.

La ex campionessa ha detto che, nella sua ultima gara, nella divisione femminile d’élite dei Campionati nazionali di ciclocross UCI a fine dicembre 2022, era arrivata al 4 ° posto, affiancata su entrambi i lati da corridori maschi transgender premiati al 3 ° e al 5 ° posto”.

La sua dichiarazione sul pensare che la sua candidatura è stata affiancata in selezione con un concorrente transgender è devastante psicologicamente, è stata condivisa anche dall’Independent Council on Women’s Sports (ICONS).

La ciclista Hannah Arensman ha quindi lasciato lo per i corridori transgender in quanto è scoraggiante allenarsi duramente per dover perdere contro un uomo, con l’ingiusto vantaggio di un corpo androgenizzato che intrinsecamente gli dà un evidente vantaggio.

Hannah ha dichiarato alla Corte Suprema che si è sentita profondamente arrabbiata, delusa, trascurata e umiliata dai responsabili delle regole degli sport femminili, perché non ritengano necessario proteggere gli sport femminili e garantire una competizione leale per le donne.

Le atlete transgender, secondo alcuni esperti, portano un vantaggio genetico anche dopo la terapia ormonale.

Un collega ciclista, utilizzando l’hashtag #SaveWomensSports, ha affermato che la transgender è passata “da un principiante assoluto a un livello d’élite in soli 5 anni grazie a gareggiare nella sezione femminile”.

Di contro l’atleta transgender ha replicato dicendo che sono esseri umani e meritano rispetto. Le politiche di inclusione sono un work in progress; il bullismo, le molestie e le minacce di violenza non hanno posto in questo processo.

In diversi sul profil di tale atleta ciclista transgender hanno replicato che esiste anche la responsabilità nel accettare il fatto che gareggiare in una gara femminile non è rispetto per le le donne, ma prevaricazione.

Una pletora di ciclisti/e uomini e donne, intervistati/e dai vari del settore, hanno risposto che i transgender hanno diritto nel avere una loro specifica categoria, evitando di essere confuse in quelle maschili e/o femminili.

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