Intimidazioni, minacce, insulti, offese, ai media indipendenti al tempo del coronavirus
Intimidazioni, minacce, insulti, offese, ai media indipendenti al tempo del coronavirus

Intimidazioni, minacce, insulti, offese, ai media indipendenti al tempo del coronavirus

Quello delle intimidazioni, intese come minacce anche velate, è un argomento ormai ben noto alla stampa, ma ci sono situazioni anche subdole che sfuggono alla pluralità dei colleghi; ovvero quelle che sfociano poi in tentativi di ‘imbavagliare’ la realtà dei fatti facendo pressione psicologica, con ben chiari intenti.

E’ una situazione che non si può far finta di nascondere come la polvere sotto il tappeto, perché riguarda tutti i giornalisti che svolgono il diritto/dovere di informare, ed i cittadini hanno diritto ad una libera .

Le intimidazioni sono delle vere e proprie minacce, e come sapete vi sono centinaia di colleghi sottoposti a misure di protezione da parte delle forze dell’ordine.

L’Italia in questi anni ha spinto soggetti non ben definibili che si sono assurti a ‘censori’ della libertà di stampa. Sono arrivate alla nostra redazione mail ove ‘consigliano’ nel ‘certificare’ le notizie per essere ‘fonte autorevole’.

Altre volte hanno chiesto se effettivamente si tratta di una agenzia di stampa, se è regolarmente registrata, ed altre amenità e idiozie tipiche di decerebrati che cercano di intimidire giornalisti onesti.

Al proposito si dimentica che i giornalisti, quelli che sono iscritti all’Ordine e svolgono l’attività professionale con dedizione, sono soggetti ad una deontologia professionale, a delle norme ben precise, regole ferree che non tutti i colleghi applicano, anzi sono poi gli stessi che si identificano in quella categoria di decerebrati piantagrane!

Questi ‘censori’ sono un danno ai singoli ed a tutti.

E’ giunto il momento di dare una risposta a coloro che nei social e con qualsiasi altro mezzo telematico, adottano metodi intimidatori.

Il rancore, le bugie capillarmente spacciate, il millantato credito, il ricatto psicologico, la maldicenza, i continui flag false e che puntano ad addossare il tutto ed il peggio, a chi onestamente e professionalmente svolge un ruolo di informatore, riportando i fatti realmente accaduti e non presunti tali, deve terminare!

Rivolgiamo un appello a tutti gli editori indipendenti: “Uniamo le nostre voci e facciamoci sentire. Non solo per se stessi, non solo per tutti i colleghi minacciati, ma per tutti noi, tutti i cittadini che hanno il diritto a sapere, conoscere, approfondire, farsi una propria opinione”.

Condividi nei social