LE NUOVE FRONTIERE DELLA NUTRIZIONE IN CHIRURGIA

A partire dagli anni ’90 grazie al chirurgo danese Henrik Kehlet è stato introdotto, in…

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A partire dagli anni ’90 grazie al chirurgo danese Henrik Kehlet è stato introdotto, in ambito chirurgico, il concetto di “fast track surgery”, ossia un insieme di di procedure assistenziali pre-operatorie, intra-operatorie e post-operatorie che hanno iniziato a mettere in discussione alcuni dogmi validi fino a quel momento.

Tale concetto si è poi evoluto in un modello di cura multimodale e multiprofessionale chiamato Enhanced Recovery After Surgery (ERAS), applicabile nella chirurgia d’elezione, definito con l’obiettivo di ridurre lo chirurgico, per ottenere una precoce riabilitazione del paziente, l’insorgenza di complicanze postoperatorie e diminuire la lunghezza della degenza ospedaliera.

Inizialmente il programma ha coinvolto soltanto i pazienti sottoposti a chirurgia elettiva colo-rettale ma poi si è diffuso anche per altre specialità chirurgiche come l’Urologia, la Ginecologia, la Chirurgia Muscolo Scheletrica (ortopedia, protesi di ginocchio e anca), la Chirurgia Otorinolaringoiatrica e Gastrointestinale.

Il percorso ERAS prevede interventi peri-operatori che si concentrano sull’anestesia, l’analgesia, le tecniche chirurgiche mininvasive (es. laparoscopia), la nutrizione perioperatoria e la mobilizzazione precoce dopo l’intervento. Lo scopo primario è quello di ridurre lo stress endocrino-metabolico indotto dalla chirurgia al fine di promuovere un precoce recupero postoperatorio. Un paragone appropriato può essere quello della preparazione atletica per una competizione sportiva. Come è fondamentale essere allenati prima di una gara, così è necessario arrivare all’intervento nelle migliori condizioni possibili.

Pertanto le linee guida ERAS raccomandano la sospensione del fumo e di alcol almeno 4 settimane prima dell’operazione e il raggiungimento o mantenimento di un ottimale stato nutrizionale durante tutto il percorso chirurgico. Dal punto di vista metabolico e nutrizionale, gli aspetti chiave del trattamento perioperatorio sono l’abolizione di lunghi periodi di digiuno prima dell’intervento e la precoce ripresa dell’alimentazione nella fase postoperatoria.

In particolare la Società Americana (American Society of Anesthesiologists) e la Società Europea (European society of anesthesiologists) di Anestesiologia sconfessano la pratica tradizionale per cui il paziente veniva tenuto digiuno dalla mezzanotte, dichiarando che è possibile assumere cibi solidi fino a 6-8 ore prima dell’induzione dell’anestesia e liquidi limpidi (clear fluids) fino alle 2-3 ore precedenti. Per liquidi limpidi si intende acqua, thè, camomilla, , succhi di senza polpa (es. succo di mela, uva, mirtillo), per sportivi e ghiaccioli senza polpa.

Altro elemento raccomandato è quello di assumere una bevanda contenente maltodestrine ossia dei carboidrati solubili in acqua, fino a 2-3 ore prima dell’intervento in modo da ridurre il digiuno pre-operatorio e contrastare l’aumento della glicemia subito dopo la fine dell’operazione.

Per quanto riguarda la rialimentazione postoperatoria, nella maggior parte dei casi è raccomandato iniziare dopo 4 ore la fine dell’intervento o comunque il prima possibile (entro 24-48h) in relazione alla portata della chirurgia eseguita e alle condizioni cliniche del paziente stesso.

La nutrizione artificiale per via parenterale non dovrebbe quindi far parte della pratica clinica di routine. Tali raccomandazioni sono implementate al livello europeo già da molti anni e hanno iniziato a diffondersi anche in Italia. L’attuazione di tali linee guida è subordinata alla creazione di un team multidisciplinare composto da chirurgo, anestesista, dietista, infermiere e fisioterapista che sia formato e aggiornato in tale ambito. A livello pratico, l’implementazione del programma ERAS all’interno di setting ospedalieri in cui vengono applicate cure tradizionali non è immediata e le maggiori difficoltà risultano emergere proprio quando vengono introdotte nuove linee guida nella pratica di routine.

Dr.ssa Camilla Fiorindi

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BIBLIOGRAFIA
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