Arabia Saudita e Iran ristabiliscono relazioni diplomatiche

L’Arabia Saudita e l’Iran hanno ristabilito le relazioni diplomatiche dopo sette anni di tensioni, grazi alla che è diventato un attore influente negli affari regionali.

Il comunicato congiunto diffuso da Pechino il 10 marzo, infatti, impegnava i due Paesi a rispettare la sovranità reciproca e a non interferire nei reciproci affari interni, a riaprire entro due mesi le proprie ambasciate a Teheran e Riyadh, a rilanciare un patto di sicurezza bilaterale e a riprendere il commercio, gli investimenti e gli scambi culturali.

Questo nascente riavvicinamento è indubbiamente positivo essendo avvenuto in un periodo di accresciuti timori di un conflitto aperto tra Israele e un futuro , e dopo anni di competizione militante tra Teheran e Riyadh in tutta la regione.

Il fatto che sia stata Pechino a riunire sauditi e iraniani, solo tre mesi dopo che il presidente cinese Xi Jinping è stato generosamente accolto a Riyadh, in netto contrasto con la gelida accoglienza del presidente degli Stati Uniti Joe Bidensei mesi prima, ha evidentemente irritato Washington.

La non può (e di fatto non è interessata) a sostituire gli Stati Uniti in Medio Oriente, poiché essi rimangono il principale fornitore di sicurezza della regione, non solo in termini di vendita della maggior parte delle , ma anche in termini di presenza militare sul campo.

La differenza è nel modus operandi, cioé mentre Washington ha sperperato il suo tempo e le sue risorse rovesciando i governi in Iraq, Libia e e sanzionando la e l’Iran alla rovina, la è andata avanti investendo in infrastrutture e relazioni.

Il Medio Oriente è abbastanza grande sia per la Cina che per gli Stati Uniti, e piuttosto che farsi prendere dal panico per ogni azione cinese, Washington farebbe meglio a cercare di competere con Pechino al di là della sfera militare.

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